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Metodo Pilates: cos’è e quali sono i suoi principi

da | Ago 5, 2024 | Blog_Scrittura | 2 commenti

C’è una domanda che, da insegnante di Pilates, mi sono sentita rivolgere spesso: “ma che cos’è il Pilates, di preciso?”

Potrebbe sembrare un quesito semplice, eppure ogni volta che lo incontro riesco a vedere con chiarezza l’aspettativa genuina nascosta dietro questa curiosità.

Negli ultimi anni, infatti, il Pilates ha guadagnato una popolarità vastissima e il merito di questo rinnovato successo è probabilmente dovuto a due fattori.

Da un lato c’è sicuramente l’ampia visibilità concessa dai social network agli insegnanti e alle persone che amano questa pratica, che possono condividere la loro esperienza e i loro risultati con centinaia di migliaia di persone.

Ma c’è anche un’altra ragione, tanto sottile quanto decisiva, che alimenta l’entusiasmo per questo metodo.

A differenza delle altre pratiche sportive, il Pilates nasce con il preciso intento di insegnare a chi lo pratica come migliorare la qualità della propria vita attraverso un movimento consapevole ed efficiente.

Per questo alla domanda “che cos’è il Pilates, di preciso” mi piace raccontare come questo metodo sia stato creato per rispondere a un bisogno antico e profondo di ciascuna persona: il bisogno di riconnettersi con una visione più consapevole del proprio sé, percorrendo una strada che conduce a ritrovare rispetto e fiducia in sé stessi.

Anche se sono stati i trend virali sui social a farti avvicinare al Pilates, sono certa che ciò che ti ha fatto o ti farà innamorare di questo metodo è la filosofia infusa in ogni gesto ed esercizio che compiamo sul tappetino durante la pratica.

La filosofia del metodo Pilates affonda le sue radici in 6 principi fondamentali e in un sogno che viene da una storia lontana…

Se hai voglia di saperne di più, seguimi nella lettura di questo articolo.

Il sogno di Joseph Pilates

All’inizio della sua storia, il metodo Pilates che conosciamo oggi aveva un altro nome.

Si chiamava Contrology ed era stato creato da un giovane uomo dal fisico statuario che in passato era stato un ragazzino gracile e di salute cagionevole: Joseph H. Pilates.

Figlio di un ginnasta greco e di una naturopata tedesca, Joseph Pilates trascorre l’infanzia tra le difficoltà causate dal rachitismo e dalla febbre reumatica, due condizioni che sembrano destinarlo a una vita di dolore e sofferenza.

Ma Joseph Pilates non si lascia demoralizzare, dedicandosi fin da ragazzo alla pratica sportiva con determinazione e resilienza.

Grazie alla sua dedizione e alla curiosità inesauribile nei confronti dell’allenamento fisico e dei suoi effetti sulla salute, Joseph Pilates non solo supera la sua malattia ma sviluppa anche una profonda fiducia nel movimento come strumento di benessere e guarigione.

Durante la Prima Guerra Mondiale ha l’opportunità di mettere alla prova questa sua intuizione nelle prigioni britanniche, dove i programmi di allenamento da lui formulati aiutano i suoi compagni di cella a non contrarre l’influenza spagnola.

Quella che sembrava essere solo una coincidenza, un miracolo dovuto alla strenua forza di volontà di un ragazzo macilento, inizia ad assumere i contorni concreti di una certezza: il movimento è la chiave per coltivare, accrescere e conservare la salute del corpo e dello spirito.

Ed è da questa certezza che prende forma il sogno di Joseph Pilates, lo stesso che nel 1926 porterà alla fondazione del suo primo Studio a New York: un metodo attraverso il quale ogni persona fosse in grado di riscoprire la gioia della vita attraverso l’armonia tra mente e corpo.

Il desiderio di Joseph Pilates si realizza nella formulazione del metodo Contrology, un sistema composto di 34 esercizi fondamentali focalizzati sul controllo e sulla sinergia di mente, corpo e spirito.

È la mente stessa che costruisce il corpo”, diceva Joseph Pilates alle studentesse e agli studenti che riempivano ogni giorno il suo Studio di New York, dove nel più assoluto silenzio ciascun esercizio era eseguito prestando attenzione al respiro, all’equilibrio e alla coordinazione dei movimenti.

Ed è proprio la sinergia autentica tra ogni parte del nostro essere che trasforma il metodo Contrology in molto più che una semplice pratica fitness per tonificare i muscoli e snellire la figura.

Il metodo di Joseph Pilates richiede cura, attenzione, disciplina e concentrazione, elementi che trasformano il senso stesso della pratica e restituiscono una nuova prospettiva sul valore del movimento nella vita quotidiana.

L’attenzione alla postura, all’intenzione del gesto e allo sviluppo armonioso di tutta la muscolatura consente a chi pratica questo metodo di riappropriarsi della naturale fluidità del proprio movimento, liberandosi dalla goffaggine e dalle costrizioni imposte dallo stile di vita contemporaneo.

I benefici che ci restituisce la pratica del Pilates non si riflettono solo sul piano fisico, migliorando la salute della schiena, riducendo lo stress, aumentando il piacere sessuale e conservando la flessibilità dei nostri muscoli.
Questo metodo dà infatti vita a un nuovo modo di guardare noi stessi, una filosofia olistica che insegna come la cosa più importante non è ciò che fai, ma come lo stai facendo.

Dopo la morte di Joseph Pilates, l’eredità del metodo Contrology passa nelle mani dei suoi studenti che proseguono il sogno del loro maestro sviluppando nuovi esercizi e variazioni per rendere la pratica accessibile a molte più persone.

La diffusione e il successo del metodo di Joseph Pilates determinarono un cambiamento nel nome di questa pratica, che lentamente venne rinominata con il nome del suo fondatore e si trasformò nel Metodo Pilates che oggi conosciamo.

I 6 principi del metodo Pilates

Chi mi segue da tempo sa che, ancor prima di intraprendere il mio cammino nel movimento, ho studiato Filosofia.

Una cosa che si impara subito sulla disciplina filosofica è l’importanza dei princìpi, ovvero quegli elementi primi che gettano le fondamenta del ragionamento e del metodo.

Ecco, proprio come ogni filosofia antica e moderna, anche il metodo Pilates si struttura sulla base di 6 principi fondamentali che indirizzano la nostra pratica sul tappetino.

Questi principi sono stati tramandati dagli studenti di Joseph Pilates che, pur arricchendo gli insegnamenti del loro maestro di nuove pratiche e declinazioni, hanno sempre conservato la filosofia originale del metodo.

Mi piace pensare, infatti, che il cuore del metodo Pilates sia proprio la trasformazione, ovvero la capacità di interpretare la vita e il movimento non come un insieme granitico e immutabile ma piuttosto come un fluire costante adeguato ai bisogni di ciascuno.

Tuttavia, come ogni metodo che si rispetti, i 6 principi del Pilates conservano l’intuizione e gli insegnamenti originali di Joseph Pilates, offrendoci una base solida su cui costruire la nostra personale esperienza con il movimento.

Dunque quali sono questi principi fondamentali del Pilates? Vediamoli nel dettaglio e scopriamo insieme cosa continuano a insegnarci.

Respiro

Il primo principio del metodo Pilates è il Respiro, ovvero la facoltà di inspirare ed espirare con consapevolezza e armonia.

Joseph Pilates intuì l’importanza dell’organizzazione del respiro fin dagli inizi della sua ricerca quando, ispirato dallo Yoga e dalla disciplina del Pranayama, comprese che una respirazione corretta e funzionale era in grado di aumentare la coordinazione mente-corpo durante la pratica.

La centralità del respiro non è legata solo all'importanza che questa attività ha per la nostra vita, ma alla sua capacità di favorire il benessere generale migliorando la concentrazione, attivando correttamente i muscoli dell’addome, riducendo lo stress e rilassando il sistema nervoso.

Non è un caso che il rigoroso silenzio che regnava nello Studio di Joseph Pilates a New York fosse scandito solo dal ritmo del respiro di chi praticava.

Il metodo Pilates ci insegna come concentrandoci sul nostro respiro possiamo ritrovare fiducia e consapevolezza nella nostra abilità di adeguare ciascun movimento all’attività che dobbiamo svolgere.

La respirazione è infatti un innato e sofisticato sistema di autoregolazione del nostro corpo, in grado di indirizzare l’apporto di ossigeno e la localizzazione del respiro in base alla qualità e alla dinamica degli sforzi che compiamo.

Se vuoi iniziare a conoscere come condurre il tuo respiro in maniera consapevole, nella mia piattaforma Studio Online trovi un corso interamente dedicato a questo tema.

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Concentrazione

Che differenza c’è tra lo sforzo che si compie spostando un mobile pesante e quello che si realizza quando pratichiamo sul tappetino?

Semplice, lo sforzo che ci accompagna durante la pratica di Pilates sul nostro tappetino è uno sforzo consapevole che richiede concentrazione.

La Concentrazione, il secondo principio del metodo Pilates, è il fattore che ci permette di coordinare la mente al nostro movimento.

Mantenere la concentrazione durante l’esecuzione degli esercizi, infatti, significa condurre il nostro pensiero lungo lo stesso sentiero dei nostri gesti prestando attenzione alla qualità dell’azione che stiamo svolgendo.

Questo principio non vale solo sul tappetino, ma è in grado di restituire valore e consapevolezza anche ai movimenti più semplici che compiamo nella vita quotidiana.

Essere concentrati significa quindi organizzare con intenzione quello che facciamo, mantenendoci in presenza nel qui ed ora dello spazio che abitiamo.

Quando parliamo di concentrazione, però, non dobbiamo intendere un focus esclusivo orientato alla perfezione dei dettagli.

Interpretare così il principio della concentrazione significherebbe costringere il nostro movimento in un pattern talmente rigido da compromettere l’ampiezza del nostro respiro e far sorgere il senso di immobilità tipico dell’ansia.

Personalmente, mi piace interpretare questo secondo principio del metodo Pilates come una concentrazione inclusiva, in grado di abbracciare tanto i dettagli più piccoli quanto l’immagine intera.

Un po’ come un obiettivo fotografico, che si muove fluido verso i particolari con il suo zoom in per poi tornare a una visione panoramica attraverso uno zoom out.

Core

Il terzo principio del metodo Pilates non è solo uno strumento della pratica, ma un complesso muscolare indispensabile per condurre il nostro movimento: il Core.

Con questo termine si fa riferimento al “nucleo” del corpo, ovvero il complesso di muscoli che permette la stabilità e il controllo dei movimenti connettendo la zona del tronco con le braccia e le gambe.

Nonostante venga spesso confuso con i soli muscoli addominali, il core comprende tutti i muscoli del tronco che assicurano la stabilità della colonna vertebrale durante movimenti complessi e articolati.

Tra i muscoli del core sono inclusi:

  • i muscoli lombari, tra cui quadrato dei lombi, paravertebrali e multifidi;
  • gli adduttori, cioè i fasci muscolari che si trovano nell’interno coscia;
  • i glutei e i tensori della fascia lata;
  • il diaframma e i muscoli del pavimento pelvico;
  • il complesso dei muscoli addominali, ovvero retto, obliqui e trasverso.

Joseph Pilates amava definire il core una powerhouse, una “centro di energia” da cui ogni movimento piccolo o ampio trae forza per irradiarsi dal centro del corpo verso l’esterno.

L’allenamento del core è dunque la strada maestra per indirizzare con consapevolezza e intenzione ogni nostro gesto, sul tappetino come nella vita quotidiana.

Camminare, correre, saltare, reggere dei pesi, danzare, mantenersi in equilibrio, perfino flettere un dito: ogni movimento che compiamo deriva la sua direzione dal core.

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Controllo

Un metodo inizialmente chiamato Contrology non può non avere il Controllo tra i suoi principi fondamentali.

Proprio il Controllo è il quarto principio del metodo Pilates, che si pone come uno strumento e un fine della pratica consapevole del movimento.

Si tratta di un principio procedurale che insegna l’importanza di allineare il lavoro della mente a quello del corpo per realizzare un’organizzazione adeguata dell’azione nel suo complesso.

Un controllo autentico ed efficace sul proprio corpo è possibile, secondo Joseph Pilates, a partire da una sinergia profonda tra le tecniche di respirazione e la concentrazione, che insieme sviluppano la nostra abilità di propriocezione.

Solo quando siamo in grado di sentire tutti i muscoli e le articolazioni coinvolte in un singolo movimento e nel flusso degli esercizi, allora l’esecuzione della nostra pratica risulterà corretta.

Allenare il controllo, quindi, vuol dire entrare in un vero e proprio stato di flusso in cui ogni parte del nostro essere lavora in tandem conservando armonia e fluidità.

L’armonia che deriva dalla capacità di controllo sul proprio movimento è per Joseph Pilates l’elemento essenziale di una pratica virtuosa e di una postura corretta, con cui condursi in modo consapevole anche nella vita quotidiana.

Quando siamo in grado di controllare il lavoro della mente e del corpo, possiamo infatti apprezzare in modo autentico la connessione profonda tra ciò che siamo e come ci muoviamo.

Nel mio percorso con il metodo Pilates ho avuto l’opportunità di esplorare a fondo il principio del controllo, apprezzandone l’importanza che Joseph Pilates gli attribuiva.

Purtroppo nella nostra società contemporanea il significato di “controllo” trascina con sé un’idea di chiusura, rigore e conservazione, per cui associamo questa facoltà alla capacità di disciplinare la nostra unicità per adeguarci a una norma imposta dall’alto.

Si tratta di una visione del controllo legata a doppio filo a una paura tipica dell’ansia, quella di “lasciar andare” e abbandonarsi al fluire naturale e imperscrutabile della vita.

Per questo, quando mi trovo a parlare di controllo nella pratica Pilates, preferisco descriverlo come una piena presenza nell’azione con cui riusciamo a trasformare le nostre intenzioni in un gesto efficace e preciso.

Mi piace pensare al controllo di cui parla Joseph Pilates come qualcosa di simile all’innata agilità dei gatti: un’abilità che trasforma ogni movimento in una danza fluida, silenziosa e aggraziata che distribuisce armonia in tutto il nostro essere.

Il controllo è quindi un principio che abita il nostro movimento da sempre, che possiamo esprimere in modo spontaneo e personale nei nostri gesti quotidiani.

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Precisione

L’obiettivo della concentrazione e del controllo è assicurare un’esecuzione efficiente e corretta dei nostri movimenti. In una parola, un’esecuzione precisa.

La Precisione è infatti il quinto principio del metodo Pilates e - come il controllo - rappresenta uno strumento e un obiettivo della pratica.

Questo principio incarna il significato della massima più celebre di Joseph Pilates, “la cosa più importante non è ciò che stai facendo, ma come lo fai”.

Ogni nostro movimento, quando compiuto con la giusta intenzione e verso una direzione consapevole, deve essere eseguito con precisione per restituire un’esperienza adeguata del nostro sentire.

Tuttavia, muoversi con precisione non significa muoversi in maniera perfetta. Al contrario, vuol dire accogliere l’imperfezione, percepire con sensibilità le sfumature di ogni nostro gesto, migliorando la nostra capacità di vedere tutti i dettagli che compongono il mosaico delle nostre azioni.

Come ogni principio del Pilates, anche la precisione si muove dentro e fuori dallo spazio della pratica. Quando impariamo a riconoscere le variazioni infinitesimali del nostro sentire, sviluppiamo l'abilità di cogliere tutte le differenze che rendono l’esperienza della vita continuamente nuova e sorprendente.

Fluidità

Come ogni parte di noi collabora nell’esecuzione di un movimento consapevole, allo stesso modo i principi del metodo Pilates si iscrivono nell’unicum armonioso descritto dalla fluidità.

Sesto e ultimo principio della filosofia di Joseph Pilates, la Fluidità racchiude nella sua essenza l’importanza della respirazione, della concentrazione, del core, del controllo e della precisione.

“Correttamente eseguiti e assimilati a livello inconscio, questi esercizi doneranno grazia ed equilibrio a tutte le attività quotidiane”, così Joseph Pilates descrive la funzione di questo ultimo fondamentale principio.

Fluidità nel movimento significa quindi saper organizzare i propri gesti attraverso un lavoro sinergico e armonioso di tutte le parti che collaborano nell’azione.

In questa dinamica interviene il respiro, che ci aiuta a fluire nel movimento fornendo il ritmo e l’ampiezza del gesto.

Allo stesso modo, il core guida con intenzione il movimento dal centro del corpo verso l’esterno e - di ritorno - collega i movimenti delle estremità con il centro.

La concentrazione e la precisione assicurano un movimento attento, disponibile e integrato, coordinando la mente e il corpo nell’organizzazione del gesto.

Il controllo trasforma infine la nostra intenzione in un’azione consapevole e indirizzata, che si esprime con semplicità e grazia senza sforzi superflui.

Per fluire nel movimento è quindi importante far dialogare ogni parte di noi in modo continuo e cristallino, rafforzando il contatto tra ciò che sentiamo, ciò che vogliamo fare e come ci muoviamo.

Questo aspetto richiede una ricerca continua, un lavoro incessante di trasformazione e osservazione, che si realizza attraverso l’applicazione consapevole di tutti i sei principi fondamentali del metodo Pilates.

Continua a conoscere il metodo Pilates insieme a me…

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Nel frattempo, puoi continuare a conoscere i benefici del movimento consapevole iscrivendoti alla mia Newsletter e seguendomi sui social.

Conoscevi i 6 principi del metodo Pilates? Quale risuona di più con la tua visione del movimento? Scrivimelo nei commenti e leggerò con gioia le tue parole.

2 Commenti

  1. ALESSANDRA MORANDIN

    Preziosa come sempre! Grazie Giorgia

  2. Vanna Rabotti

    Grazie Giorgia sempre precisa e così chiara nell’esposizione.
    E’ un piacere leggere i tuoi blog cosi come è sempre bello praticare con te sul tappetino!!!

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