La ciclicità nel nostro organismo

da | Mar 8, 2023 | Blog_Scrittura | 2 commenti

Il ciclo... solo mestruale?

Se dico ciclo, a cosa pensi?

Molto probabilmente, specie se sei una persona di genere femminile, starai pensando al ciclo mestruale, non è così?

Ebbene, recentemente mi sono imbattuta per caso (ma esiste poi, per davvero, il caso?) in un libro che ho trovato davvero ricco di spunti di riflessione.

Il libro si chiama Questo è il ciclo, di Anna Buzzoni, e propone una teoria interessante riguardo ai cicli, usando come punto di partenza proprio quello più evidente - ma ancora poco conosciuto - che caratterizza i mammiferi femmina, ovvero, per l‘appunto, il ciclo mestruale.

Prima di proseguire, voglio chiarire che questo articolo non tratta, soltanto, di questo ciclo.

Inoltre, mi piacerebbe proporti l’etimologia della parola "mestruale" perché la trovo un ottimo modo di cominciare a sfatare certi miti purtroppo molto diffusi ancora oggi rispetto a questo tema.

Nell’introduzione al libro, l’autrice ci dice che:

“Mestruale” viene da men, menós, che in greco antico significa sia “mese”, sia “luna”, sia “Tempo”, inteso proprio come “la misura del Tempo”, cioè il ciclo come misura del Tempo.

A sua volta, la parola greca è figlia di una lingua molto più antica, chiamata protoindoeuropeo.

La parola-nonna di mestruale è la radice linguistica meh- men-, che significa: “la capacità di pensare, di misurare, di valutare la realtà” e anche “attività spirituale”. Le parole-cugine di mestruale sono: mente, medicina, meditazione, mamma, misura, musica.

Bello, non trovi?

Liberare il ciclo mestruale dalla sua connotazione di impurità e indegnità che certe culture ancora gli affibbiano e percepirlo invece ricco di una certa saggezza, intuizione e spiritualità.

La ciclicità in ogni aspetto della vita

Secondo Anna Buzzoni, comunque, la ciclicità permea ogni aspetto della vita e possiamo dunque osservarlo continuamente, tanto in noi quanto fuori di noi, nella natura.

La cosa più interessante della sua teoria è che ogni ciclo, pur con le sue dovute specificità, si baserebbe su quattro fasi che si ripetono, con ritmo circolare, con le medesime caratteristiche e che l’autrice chiama Matrice.

Si tratta di uno schema che governerebbe tutti i cicli e che ci permetterebbe di comprendere la dinamica del comportamento di ognuno di essi, o quantomeno il loro ritmo.

In pratica, qualunque sia il ciclo che scegliamo di osservare - dall’alternanza delle stagioni alle fasi lunari, dal ciclo mestruale al ciclo di progettazione, passando per il respiro, la digestione, il sonno e persino il ciclo delle rocce - possiamo ritrovare le stesse quattro fasi con caratteristiche simili e dunque prevedibili.

Interessante, non trovi?

A questo punto, è importante dire qualcosa in più riguardo alle caratteristiche di queste fasi, in modo da poterle comprendere, man mano, più chiaramente.

Prendiamo come esempio un ciclo molto importante, direi basilare, della nostra vita quotidiana, che riguarda tutti senza distinzione di genere o età.

Il ciclo del respiro

Il respiro è regolato da quattro fasi, anche se potrebbero sembrare solo due, se osservate superficialmente. Vediamole insieme.

Fase 1:  Vuoto

Un bambino nasce con i polmoni vuoti di aria e per qualche istante, ancora collegato alla madre dal cordone ombelicale, attende la sua prima inspirazione, sospeso in questa apparente quiete e immobilità. 

Fase 2: Inspirazione

In questa seconda fase l’aria è introdotta nei polmoni. E’ un atto di conquista che espande i polmoni e la gabbia toracica, mette in tensione più facilmente i muscoli antigravitari (quelli dell’estensione della colonna vertebrale) e ci rende più insensibili, infatti quando ci aspettiamo un dolore inspiriamo velocemente e poi tratteniamo l’aria.

Fase 3: Pieno

Anche qui, come in uno specchio con la fase uno, esiste una sospensione, questa volta a polmoni pieni. Insieme all’ossigeno, ci sono però anche molte altre sostanze di scarto, che vanno eliminate dal corpo.

Fase 4: Espirazione

L’ultima fase del respiro serve a lasciar andare ciò che non serve delle sostanze introdotte attraverso l’inspiro e anche di quelle prodotte internamente dal corpo.

Durante l’espirazione i muscoli antigravitari rilasciano la tensione e permettono l’attivazione più intensa dei flessori del corpo (tra cui gli addominali) e di gran parte del core, il centro. Per questo, durante l’espirazione è più facile compiere sforzi intensi che coinvolgono tutto il corpo.

Inoltre, grazie all’espirazione è più facile ridurre le tensioni superflue nel corpo, e per questo diventiamo più sensibili e percettivi.

Le caratteristiche delle quattro fasi 

Visto in questo modo, forse, il legame di questo con altri cicli potrebbe non sembrarti poi così chiaro, ma proviamo a estrapolare delle caratteristiche più generali.

  1. Nella fase uno c’è in genere una sospensione, apparentemente quieta e immobile, che ha a che fare con la “progettazione” delle fasi successive e, in qualche modo, con il desiderio volendo parlare in termini più poetici. Pensa all’Inverno, ad esempio, la fase uno delle stagioni, che rappresenta il letargo, l’apparente morte di ogni cosa ma che in realtà, sottoterra, protegge e prepara i semi alla rinascita primaverile. Nel ciclo mestruale, la fase uno corrisponde alla mestruazione (sanguinamento), che è sia la fine del ciclo precedente sia l’inizio di un nuovo ciclo, perché proprio lo sfaldamento della parete interna dell’utero (endometrio) dà il segnale al cervello di inviare un nuovo messaggio alle ovaie per far partire, a livello ormonale, un nuovo ciclo di fertilità.
  2. Nella fase due c’è, appunto, la nascita, l’atto creativo, la trasformazione dell'intenzione in azione. C’è una spinta verso l’alto, o comunque verso l’esterno; un maggiore erotismo anche nella natura con la danza di impollinazione tra gli insetti e i fiori che avviene in Primavera, la fase due delle stagioni. Nel ciclo mestruale la fase due corrisponde all’estro, che è un momento di grande produzione di testosterone ed estrogeno e che dà il via alla preparazione di tutti gli organi a una eventuale gravidanza. Aumenta la libido, si è più estroversi e la sensibilità al dolore è ridotta.
  3. La fase tre, che nelle stagioni è l’Estate, è ancora una volta una sorta di sospensione ma piena di vitalità. Si tratta di mantenere e alimentare ciò che si è creato in fase due, nutrendolo e sostenendolo. Nel ciclo mestruale, questa fase è rappresentata dall’ovulazione, che comincia dopo il picco di estrogeni alla fine della fase precedente. In questa fase, l’ovulo viene rilasciato dal follicolo ed è pronto a dividersi (per cominciare la “costruzione” della nuova vita) in caso di fecondazione. Si tratta di un’attesa fertile e vitale. Un momento di grande energia, coi sensi più acuti e una grande empatia e determinazione.
  4. Infine, la fase quattro conclude il ciclo facendo una selezione di ciò che va tenuto e ciò che invece va lasciato andare. Un ritorno all’intimità, al contatto con l’interno, una depurazione. L’Autunno, fase quattro delle stagioni, rappresenta questo processo con la caduta, spettacolare e colorata, delle foglie per ridurre il dispendio energetico della pianta e prepararla a sopportare il clima più rigido invernale. Nel ciclo mestruale questa fase coincide con la fase luteale o progesto. In questa fase, dominata dal progesterone, il corpo continua, nella prima parte, a prepararsi ad accogliere la vita perché, dopo l’ovulazione, l’ovulo impiega circa una settimana ad attraversare la tuba e arrivare all’utero. Il calore aumenta, così come il metabolismo e l’appetito. Il progesterone aumenta la sensibilità dell’endometrio per scandagliarne le pareti in cerca della possibile cellula fecondata. La sensibilità si acuisce, però, anche in tutta la persona attraverso il rilassamento, (come nell’espirazione, ricordi?) una minore propensione al rischio, una maggiore saggezza che serve a non mettere a repentaglio l’eventuale nuova gravidanza. La fase quattro del ciclo mestruale è quella in cui siamo più sensibili ai feedback sociali e riconosciamo con più facilità le espressioni facciali altrui. Insomma, si tratta di una fase davvero importante di selezione e scelta di cosa è giusto o sbagliato per il nostro benessere.

Rispetta la ciclicità

Ma perché ho voluto parlarti di tutto questo e come possiamo portare questo pensiero ciclico nella nostra vita?

Dal momento che questo modello è valido per ogni ciclo, interno ed esterno a noi, scoprirne le caratteristiche e il ritmo ci aiuta a vivere la ciclicità con maggiore consapevolezza, cogliendo le opportunità e i super-poteri che ogni fase può offrirci.

Tutte le fasi di maggiore sensibilità e introspezione, tanto della nostra vita quanto delle stesse stagioni e della natura, non andrebbero soppresse in nome della costante performatività che ci viene richiesta. Quell’apparente stasi, quel richiudersi in sé stessi - in ascolto - è funzionale alla selezione e all’elaborazione di ciò che c’è stato prima e alla preparazione di fasi successive più estroverse o creative.

Conoscere l’andamento ciclico della vita può forse farci sentire meno inadeguati e sbagliati quando sentiamo il bisogno di rallentare, e fermarci a sentire, nonostante la corsa costante della società là fuori.

Prenderci il tempo per celebrare la saggezza di ogni fase della nostra vita, del nostro tempo e persino della nostra giornata, è un modo per riconnetterci a chi siamo davvero e cominciare a collaborare - anziché combattere - con noi stessi.

 

Rallenta e ascoltati insieme a me

La pratica consapevole del movimento è uno strumento meraviglioso per riconnetterci a noi stessi e ai nostri ritmi! Se desideri praticare e rallentare insieme a me ti suggerisco qui alcune pratiche:

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Ti aspetto sul tappetino,

Giorgia

 

2 Commenti

  1. Mariateresa Fiorentino

    ciao carissima Giorgia,
    purtroppo per questioni di lavoro non riesco a seguire le dirette. anche oggi 28 aprile non sono riuscita a connettermi in diretta alle lezioni feldenkrais.
    potresti metterle nello studio online?
    inoltre mi trovavo molto con le lezioni di pilates sempre che avevi fatto in diretta, ma che io svolgevo in differita l’anno scorso. Non sarebbe possibile caricare anche quelle?
    ultima cosa… in una lezione di pilates sulla mobilità della schiena (in particolare sulla distribuzione della torsione) parli di approfondire in lezioni feldenkrais dead bird… ma dove le trovo? le ho cercato nello studio online ma non le ho trovate.
    Ti ringrazio e sempre viva Giorgia!

    • giorgia

      Cara Mariateresa,
      le lezioni Feldenkrais sono in Studio Online nella sezione dedicata a questo metodo. Dopo qualche giorno dalle pratiche in diretta inserisco sempre le registrazioni delle lezioni per voi anche in Studio Online.
      Nell’aggiornamento del sito ho fatto un po’ di selezione di contenuti e ho eliminato le dirette di pilates dell’anno scorso perché era già previsto che durassero un tempo limitato dopo la live. Ma trovi moltissime nuove lezioni sul sito e sono in arrivo nuovi corsi molto ricchi di pratiche e sfidanti.
      La lezione Feldenkrais Dead Bird è la numero F13 e la trovi nella sezione Feldenkrais dello Studio Online.
      Un caro abbraccio e buona pratica,
      Giorgia

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