Chi era Joseph H. Pilates? – Celebriamo il Pilates Day

da | Apr 30, 2021 | Blog_Scrittura | 6 commenti

Sapevi che nella comunità internazionale di Pilates il primo sabato di Maggio è celebrato come il Pilates Day?

Quest’anno ho deciso di dedicare anche io un po’ di tempo a questa celebrazione e desidero farlo raccontandoti chi era Joseph H. Pilates, il fondatore del metodo che al giorno d’oggi porta il suo nome.

Giorgia sul Reformer

Come molte altre storie di successo, anche quella di Pilates comincia con una difficoltà, quella che per altri avrebbe rappresentato un ostacolo.

In questo breve articolo desidero parlarti della storia di un uomo che ha saputo trasformare i suoi ostacoli in opportunità, creando un metodo che ha rivoluzionato la salute e il benessere di milioni di persone.

Attraverso un viaggio di resilienza e innovazione, Pilates ha saputo superare le avversità e lasciare un segno indelebile nel mondo della riabilitazione e del movimento.

La storia inizia a fine '800 in Germania.

I primi anni

Joseph Hubertus Pilates nasce nel 1880 in un paesino a est di Düsseldorf, e dalla prima infanzia deve fare i conti con la sua salute cagionevole.

Soffriva infatti di rachitismo, un problema di scarsa mineralizzazione dello scheletro che può portare nel tempo a deformità e fratture, e di febbre reumatica, una complicazione che deriva da una mal curata infezione da streptococco e che causa infiammazione a livello delle articolazioni, del cuore, della cute e del sistema nervoso.

A salvarlo da un’esistenza fragile e dolorosa è l’incontro con lo sport, tra cui boxe, body building, subacquea, e l’interesse verso alcune discipline orientali di concentrazione e rilassamento, che pratica sin da giovanissimo. A soli 14 anni il suo corpo rispecchia il suo stile di vita attivo e salutare tanto da permettergli di posare come modello per la rappresentazione di tavole anatomiche.

Sorprendente, no?

Joseph è influenzato da suo padre, un premiato ginnasta greco, e da sua madre, naturopata di origini tedesche. Questi elementi familiari segnano profondamente la sua visione olistica della salute e del benessere. Sin da giovane, Pilates è affascinato dall'anatomia umana e passa ore a studiare i movimenti degli animali nel tentativo di capire come ottimizzare il funzionamento del corpo umano.

Nonostante le difficoltà iniziali, Joseph sviluppa una determinazione straordinaria a superare le sue condizioni fisiche. La sua sete di conoscenza lo porta a sperimentare diversi metodi di allenamento, tra cui yoga, arti marziali e ginnastica. Questa combinazione di discipline diverse diventa la base del suo futuro metodo di allenamento.

L’inghilterra e la grande guerra

Nel 1912, Joseph Pilates decide di trasferirsi in Inghilterra per perfezionare le sue abilità da pugile. Trova lavoro presso un circo e una palestra dove insegna difesa personale, guadagnandosi la reputazione di essere l'istruttore dei detective di Scotland Yard.

Ma le sfide che la vita gli presenta non sono finite.

Durante la prima guerra mondiale, la sua nazionalità tedesca lo porta ad essere imprigionato dagli inglesi nella zona di Lancaster, ma anche da recluso non abbandona il suo impegno sportivo creando programmi di allenamento per sé e per i suoi compagni di prigionia.

Quando nel 1918 un’influenza epidemica (la famigerata spagnola) falcia la vita di molti inglesi, nessuno tra coloro che si erano allenati con lui contrae il virus, con suo grande vanto e soddisfazione.

Prevenzione, stile di vita, movimento.
Abbiamo nelle nostre mani molte chiavi per prenderci cura della nostra salute!

Giorgia si allena sul Reformer

Successivamente Joseph viene trasferito sull’isola di Man e si trova alle prese con i soldati feriti in battaglia e costretti a letto. Motivato dalla fiducia nel movimento come strumento di salute e guarigione, si ingegna per permettere anche a chi non poteva alzarsi dal letto di allenarsi e rinforzare tanto il corpo quanto lo spirito, fiaccato dalla guerra.

Collega molle alle pareti e ai letti dei soldati menomati o immobilizzati, gettando le basi dei suoi futuri progetti per la creazione dei macchinari che oggi conosciamo bene, tra i quali, ad esempio, il Reformer.

Dalla Germania a New York

Alla fine del conflitto, Joseph torna in Germania dove si dedica al suo lavoro come istruttore delle reclute del corpo di polizia tedesco e dove incontra Rudolf Laban, grande danzatore e coreografo, che rimane profondamente colpito dal lavoro di Pilates e inizia a incorporare nella sua preparazione fisica per i ballerini anche parte del programma di Joseph Pilates.

In questi anni Joseph Pilates si guadagna una grande fama anche tra i medici, grazie al suo metodo che consente una riabilitazione rapida e completa dei pazienti, spesso al di fuori degli ospedali.

Quando però lo stato tedesco gli propone di lavorare come preparatore fisico dell’esercito nazista, sceglie di rifiutare e di trasferirsi negli Stati Uniti.

New York by Susanne Weitzhofer from Pixabay

Ancora sfide coraggiose. Ancora grandi cambiamenti.

Durante il lungo viaggio verso l’America, conosce Clara (all’anagrafe Anna Klara Zeuner), colei che diventerà sua moglie e partner nel percorso di creazione del suo Studio e di codifica del suo metodo.

Un viaggio che cambia radicalmente il suo destino, o lo aiuta a compiersi, probabilmente.

Gli anni d’oro

Clara è un'infermiera e insieme condividono una visione del benessere fisico e mentale che li porta a collaborare strettamente. Una volta arrivati a New York, nel 1926, aprono il loro primo studio di Pilates accanto alla sede del New York City Ballet, e questo alimenta il legame tra il suo metodo, che pian piano matura nei principi e nella forma, e la preparazione fisica dei danzatori.

L'influenza di Clara è cruciale: con il suo approccio gentile e il suo profondo interesse per il benessere dei clienti, complementa perfettamente la personalità più rigida e disciplinata di Joseph. Insieme, riescono a creare un ambiente di lavoro unico, dove atleti, ballerini e celebrità si allenano fianco a fianco.

Contrology, come all’inizio Joseph stesso chiama il suo metodo, si sviluppa in una parte dedicata al Matwork ed una, successiva, dedicata all’allenamento con i suoi macchinari, che nel tempo mette a punto e costruisce.

Aiuta, così, moltissime persone a prevenire infortuni, recuperare la mobilità articolare e la forza fisica, e a migliorare la qualità della propria vita.

Alla sua morte, il suo lascito è prezioso e giunge sino a noi e questo anche grazie a diversi suoi libri, tra cui "Your Health" e "Return to Life through Contrology", nei quali espone la sua filosofia e il suo metodo. Questi testi sono ancora oggi letture importanti per chiunque si avvicini al Pilates.

Ovviamente, con il tempo e le continue scoperte scientifiche, il modo in cui il metodo Pilates è insegnato oggi si è evoluto. Ed io sono certa che Joseph ne sarebbe fiero.

Perché, con l’esempio della sua stessa vita, ci ha mostrato quanto sia importante il valore della resilienza e della trasformazione. In una parola, il valore del movimento.

‘Change happens through movement and movement heals.’

Joseph H. Pilates

Pilates RollOver

Spero che questo articolo sia stato interessante per te.

Se ne hai voglia, inoltre, per celebrare questa giornata come avrebbe voluto Joseph, ovvero all’insegna del movimento, ti propongo una pratica fedele agli esercizi originari del metodo (con qualche piccola modifica).

La trovi qui:

Fonte delle immagini di repertorio: Pilates Flow

6 Commenti

  1. Michaela

    Bellissima storia che conoscevo solo in parte e che ci deve far riflettere. Sono pienamente convinta che il benessere, non solo fisico, passi dal movimento e dopo aver praticato tante attività e sport diversi, ho scelto il pilates perché è l’unica pratica che sento veramente adatta a me.

    • giorgia

      Che bello Michaela! Grazie per la tua condivisione. Pensa che la prima volta che ho praticato Pilates non mi è nemmeno piaciuto…poi ho trovato un’insegnante che mi ha fatto appassionare, e il resto della storia è nota. Molto dipende dal “come” e anche dal quando. A volte siamo o non siamo pronti per qualcosa e poi…ci evolviamo!

  2. Monica De Maddi

    Ciao Giorgia,
    buon pilates day anche a te grazie, sei bravissima, sempre con un meraviglioso sorriso e tanta calma, e’ stata utilissima la tua pratica, un abbraccio buon sabato.
    Monica

    • giorgia

      Grazie Monica, che bello! Sono contenta che tu sia stata bene durante la pratica! Un abbraccio, Giorgia

  3. Carmela

    Ciao Giorgia,
    ho trovato il tuo articolo interessante. Pratico pilates da qualche anno, prima in palestra, ora seguendo i tuoi video.
    Apprezzo tanto la tua bravura, la tua calma, il tuo sorriso. Sei super. Un bacio
    P.S. Sono pugliese😘

    • giorgia

      Grazie mille Carmela. Chissà che presto non riusciamo ad incontrarci nella nostra amata Terra di Puglia! Un abbraccio, Giorgia

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