A un tratto, senza che nessuno ti abbia avvisato, senti che il tuo respiro rimane come incastrato. Le braccia sono rigide, i movimenti incerti, il tuo animo si riempie di una paura vaga che ti spinge a nasconderti dal mondo.
Se queste impressioni ti sono familiari, forse anche tu hai conosciuto l’ansia, un’emozione complessa e multiforme che porta con sé un pesante bagaglio di paura, stress e angoscia.
L’ansia è un sentimento pervasivo, che allunga le sue radici su ogni aspetto della nostra quotidianità. Partecipare alla vita, mostrare affetto ai nostri cari, persino prendersi cura della propria persona diventa difficile quando la morsa dell’ansia ci serra lo stomaco.
Per questo le persone che soffrono o hanno sofferto d’ansia tendono a sentirsi sole, lasciate a navigare in questo mare burrascoso senza un faro all’orizzonte.
Io stessa ho sperimentato su di me gli effetti dell’ansia, e posso riconoscerla in molte persone a me vicine, persino quando loro non ne sono affatto consapevoli.
Ma adesso sono qui, intenta a scrivere questo articolo per te che mi leggi. Vuol dire che sono riuscita a sconfiggere l’ansia?
Ecco, la risposta breve è… no.
Come tutti i sintomi psico-fisici, l’ansia non è un qualcosa che si può superare o un mostro cattivo che dobbiamo sconfiggere una volta per tutte. E forse ti sorprenderà scoprire che si tratta di qualcosa di naturale, che abita da sempre il nostro essere e che svolge una funzione ben precisa.
Naturalmente ciò non significa che all’ansia non c’è rimedio. Al contrario, il mio percorso con il movimento mi ha insegnato come avvicinarmi alla mia ansia in modo consapevole, prestando ascolto a ciò che si nasconde sotto strati e strati di paura.
Questi strumenti mi hanno aiutato a conoscere la vera essenza dell’ansia, guidandomi con leggerezza alla scoperta del mio corpo e del mio sentire autentico.
Così oggi voglio restituire a te questi strumenti, per mostrarti come il movimento consapevole possa aiutarti a librarti al di sopra delle paure e dei timori che danno forma alla tua ansia.
Ti piacerebbe conoscere quali sono le pratiche in grado di alleggerire il tuo animo dal peso dell’ansia? Scoprile insieme a me in questo articolo.
Che cos’è l’ansia
Che cos’è l’ansia, di preciso?
La parola ansia deriva dal verbo latino angere, che significa stringere, soffocare, chiudere la gola.
Una delle manifestazioni più comuni di questo sentimento, infatti, è proprio un senso di soffocamento improvviso, un irrigidimento di tutto il corpo come se presentissimo l’arrivo di un pericolo.
La definizione da manuale di questo sentimento, riportata dall’Enciclopedia Treccani, parla di “[uno] stato di tensione psicosomatica, generalmente vissuto come penosa passività verso eventi dannosi che il soggetto pensa stiano verificandosi o teme possano verificarsi”.
Si tratta quindi di un’emozione che paralizza, ingabbiandoci in un’immobilità frenetica per proteggerci dagli attacchi esterni.
In questo senso, l’ansia è legata a doppio filo alla fisiologia del Fight, Flight or Freeze, la reazione che il nostro corpo attiva nel momento in cui si sente minacciato e deve scegliere una di queste tre opzioni: combattere, fuggire o immobilizzarsi, fingendo di non essere in vita per rimandare la decisione?
L’immobilità tipica dell’ansia non è dunque un semplice “star fermi”, ma un lavorìo mentale frenetico e inarrestabile che pondera attentamente la risposta migliore alla minaccia incombente.
Quella che noi conosciamo come ansia è in realtà un istinto primordiale dell’essere umano, legato al desiderio di conservare la propria vita e quella delle persone care.
Eppure, chi conosce l’ansia sa bene che il pericolo di cui parla spesso non è imminente. Alle volte, addirittura, non si tratta neanche di una minaccia reale quanto piuttosto di un pericolo possibile nel futuro immediato o remoto.
Se i nostri antenati avvertivano la reazione fight, flight or freeze davanti a un animale feroce o durante un terribile temporale, nella società contemporanea la paura dell’ansia si manifesta al cospetto di un’eventualità futura che non possiamo controllare ma che
percepiamo come prossima e reale nella nostra mente.
Avere il controllo, sapere con esattezza come muoversi, essere sempre all’erta e rimuginare su tutti i dettagli di ciò che potrebbe accadere: ecco quali sono le caratteristiche emotive dell’ansia.
Possiamo descrivere l’ansia come una paura declinata al futuro, una resistenza estenuante al lasciarci andare con fiducia a ciò che non è sotto il nostro diretto controllo.
L’ansia nel corpo
Nel 2013, uno studio condotto da un team di ricerca finlandese della Aalto University ha dimostrato come ogni emozione ha una precisa collocazione nel nostro corpo.
Le immagini che corredano la pubblicazione rivelano una geografia inedita del nostro sentire, fornendoci una preziosa mappa per imparare a conoscere la casa delle nostre emozioni.
Queste termografie mostrano l’amore, che dal centro del petto riscalda il corpo con il suo fuoco; l’imbarazzo, una fiamma che arrossa le guance e comprime il petto; la felicità, che illumina di gioia ogni parte di noi.
E l’ansia, invece? Dove si colloca questo sentimento?
Nonostante le sue sensazioni si manifestino nel petto e alla bocca dello stomaco come un senso di respiro mozzato, dal punto di vista fisiologico la casa dell’ansia è il nostro sistema nervoso.
Il sistema nervoso si divide in due sistemi più piccoli che lavorano in armonia tra loro, alternandosi a vicenda nella gestione del nostro corpo: il sistema nervoso parasimpatico e il sistema nervoso simpatico.
Il primo sovrintende a tutte le attività vitali come la digestione, la rigenerazione dei tessuti, il battito cardiaco, la respirazione e il piacere sessuale.
Il sistema nervoso simpatico interviene invece nella risposta istintiva a una situazione di pericolo, con reazioni immediate che generano scompiglio nei nostri organi interni.
Le nostre pupille si dilatano, il battito cardiaco accelera, aumenta la pressione del sangue, il respiro diventa più veloce e la digestione si ferma: è come se ogni organo del nostro corpo fosse messo in stato di emergenza.
Alla risposta emergenziale del sistema nervoso simpatico segue sempre un ritorno alla normalità, in cui il sistema parasimpatico riporta ordine e quiete nel corpo.
Ma quando soffriamo di ansia è come se il nostro sistema nervoso simpatico rimanesse sempre acceso, costringendoci in uno stato di allerta costante.
Ansia: sintomi fisici
Il nostro sistema nervoso simpatico agisce con il preciso scopo di proteggerci “costi quel che costi”. Ma se stiamo attraversando un periodo di ansia e angoscia rischiamo di essere proprio noi a pagare lo scotto di questa protezione.
Quando il lavoro del sistema nervoso simpatico non si ferma, l’ansia pervade ogni fibra del corpo e si manifesta con sintomi che possono avere ripercussioni anche gravi sulla nostra vita quotidiana.
Tra i sintomi fisici più comuni dell’ansia possiamo trovare:
- insonnia e incubi notturni;
- battito cardiaco accelerato;
- mal di testa e difficoltà a mantenere la concentrazione;
- tremori e spasmi;
- tensione muscolare, in particolare nella zona cervicale;
- senso di nausea e inappetenza;
- stitichezza e digestione difficile;
- vampate di calore;
- senso di soffocamento e difficoltà a respirare.
La tensione e l’irrigidimento provocato dall’ansia si comunica anche al pavimento pelvico, l’insieme di muscoli alla base del bacino che sostiene i nostri organi interni.
Gli effetti dell’ansia sul pavimento pelvico si iscrivono in un pattern sicuramente più ampio, ma non per questo devono essere sottovalutati.
Quando i muscoli pelvici si uniformano alla contrazione del nostro essere, infatti, possono comparire sintomi e difficoltà associati all’ipertono del pavimento pelvico.
Una paura ancestrale: l’ansia secondo Moshé Feldenkrais
I sintomi fisici dell’ansia ci mostrano un pattern muscolare ben preciso, caratterizzato da una contrazione costante dei flessori del corpo.
Questa contrazione non ha luogo solo dentro il nostro corpo, ma si manifesta anche all’esterno influenzando il modo che abbiamo di muoverci e posizionarci nel mondo.
Chi avverte i sintomi dell’ansia tende infatti ad assumere una postura chiusa, accoccolandosi su di sé per nascondersi da una possibile minaccia e proteggere gli organi interni da un eventuale attacco.
Osservando questo specifico pattern dell’ansia Moshé Feldenkrais, il fondatore del metodo Feldenkrais, descrisse come il sentimento ansioso avesse le sue radici in un istinto ancestrale dell’essere umano: la paura di cadere.
Nel suo libro Il corpo e il comportamento maturo - Sul sesso, l’ansia e la forza di gravità, Moshé Feldenkrais mostra come la postura ritratta tipica dell’ansia è la stessa che il nostro corpo assume quando vuole proteggersi dall’impatto con il suolo.
Quella di cadere è una paura che abbiamo ricevuto in eredità dai nostri antenati ominidi, che erano soliti adeguare l’organizzazione dei loro movimenti alla superficie irregolare e instabile degli alberi.
La posizione ritratta è una risposta istintiva al bisogno di sentirsi al sicuro e protetti, e non è un caso che tendiamo a manifestare questa postura proprio quando ci sentiamo pervasi dall’ansia.
Come la paura di cadere, l’ansia è il terrore di ritrovarsi all’improvviso sospesi nel vuoto senza sapere dove atterreremo.
L’antichissimo senso di protezione e sicurezza che accompagna la postura dell’ansia e della paura è anche, secondo Moshé Feldenkrais, una delle ragioni per cui non dobbiamo forzarci a superare in poco tempo lo stato ansioso.
Quando ci richiudiamo su noi stessi, infatti, è come se fossimo schermati da ogni minaccia del mondo esterno. Il nostro corpo si trasforma in una corazza ferma e inespugnabile, uno scudo alla nostra vulnerabilità e ai nostri timori, che è difficile abbandonare in un colpo solo.
A dispetto delle narrazioni che esortano a scrollarsi di dosso l’ansia, abbassare questo scudo alle volte può rivelarsi poco utile. Soprattutto se chi vive questa emozione non ha ancora tutti gli strumenti per accogliere il messaggio di cui l’ansia si fa latrice.
Il riparo offerto dall’ansia crea infatti una sospensione dalla frenesia del mondo contemporaneo, restituendo alla persona lo spazio e il tempo di cui ha bisogno per guarire attraverso l’ascolto consapevole del proprio sé.
L’approccio olistico del metodo Feldenkrais
Se i conflitti interiori e la paura di ciò che non possiamo controllare si traducono in una risposta fisica e posturale all’ansia, può accadere anche l’inverso.
Moshé Feldenkrais insegna che il nostro corpo e il nostro sentire sono due momenti della stessa essenza, tra cui esiste un dialogo biunivoco e costante.
Ciò significa che non solo il nostro mondo interiore influenza come ci muoviamo, ma che anche il nostro modo di posizionarci e di organizzare il movimento ha un effetto sui nostri stati emotivi.
Quando organizziamo il nostro corpo in modo inconsapevole, perdendo di vista la connessione tra ciò che sentiamo e come ci muoviamo, rischiamo di assumere una postura che può attivare la risposta difensiva del nostro sistema nervoso simpatico.
Tutto questo si spiega a partire dalla visione olistica e integrata che Moshé Feldenkrais aveva dell’essere umano e della vita stessa, che descrive come un processo attivo che ha bisogno di un’organizzazione interna dell’individuo per affrontare e influenzare i cambiamenti esterni.
Alleviare l’ansia attraverso il movimento
Quando parliamo di alleviare l’ansia, spesso utilizziamo termini che suggeriscono un superamento definitivo di questa emozione complessa.
“Sconfiggere”, “superare”, “risolvere”, “combattere” sono verbi che descrivono il desiderio prepotente di lasciare indietro le nostre paure più nascoste, con l’idea che mettendole a tacere potremo riappropriarci della nostra serenità.
Tuttavia, il nostro sentire interiore non è qualcosa che possiamo silenziare con un colpo di bacchetta magica.
Le nostre emozioni – comprese quelle che consideriamo “negative” – sono messaggi che ci parlano di ciò che siamo, della nostra storia e di ciò che desideriamo essere.
Per questo è importante muoversi verso di loro, imparando a interpretarle e ad accoglierle in noi con la giusta consapevolezza.
Conoscere l’ansia significa scoprire come questa influenza il nostro modo di porci nel mondo e, allo stesso tempo, come il nostro muoverci nel mondo agisce sulla nostra sfera emotiva.
Significa soprattutto riappropriarci di quella visione olistica e integrata descritta da Moshé Feldenkrais, prestando attenzione a cosa facciamo e a come lo facciamo.
“Se sapete ‘cosa’ state facendo e, fatto ancora più importante, ‘come’ usate voi stessi per agire, sarete capaci di agire come volete”: così Moshé Feldenkrais spiega l’importanza di integrare in modo autentico ogni parte di noi per tornare a guardare con fiducia il mondo e la vita.
Il supporto terapeutico è una delle strade che possiamo percorrere per iniziare a riconoscere il nostro mondo interiore.
Ma anche il movimento può esserci di aiuto in questo cammino verso il dialogo con le paure che alimentano la nostra ansia, perché l’organizzazione consapevole dei nostri gesti ci dà gli strumenti per posizionarci nel mondo con nuova e autentica sicurezza.
Esercizi per l’organizzazione del respiro
Uno dei sintomi più frequenti dell’ansia è la sensazione di respiro bloccato, come se ci fosse qualcosa a rallentare il movimento dell’aria nel nostro corpo.
Ciò deriva dalla posizione di chiusura e tensione tipica dello stato ansioso, che comprime il torace e ostacola il corretto movimento del diaframma.
Attraverso l’ascolto attento e gentile del nostro corpo, possiamo intervenire sulla mobilità del nostro torace per sciogliere le tensioni che ne costringono il movimento naturale.
Nella mia piattaforma Studio Online puoi trovare una risorsa preziosa per entrare in contatto con il tuo respiro in modo semplice e guidato.
Con il mio corso Respiro: Tecniche di Base condotto insieme a Paola Parameshwari, insegnante di Yoga e operatrice Ayurvedica, potrai scoprire come una respirazione libera e integrata ci aiuta a essere più presenti a noi stessi attraverso lezioni dedicate al Pilates e alle tecniche Pranayama.
Metodo Feldenkrais
Chi mi conosce da tempo sa quanto il Metodo Feldenkrais sia stato importante nel mio percorso con il movimento.
Prestando attenzione alle sensazioni che suscita il movimento, questa pratica dà la possibilità di imparare a riscoprire la stretta relazione tra il corpo e il nostro sentire.
Il Metodo Feldenkrais è un metodo somatico di autoconsapevolezza e miglioramento del sé che ci insegna a utilizzare noi stessi con efficienza e semplicità attraverso l’integrazione di movimento, sensazioni, sentimenti e pensieri.
In questo modo la pratica Feldenkrais apre un sentiero di riscoperta del nostro modo unico di organizzare i gesti, liberandoci dagli schemi e dalle tensioni che limitano l’immagine che abbiamo di noi stessi.
Allenando il nostro “occhio interno sulla sensazione” , questo metodo ci permette di esplorare la nostra relazione con la gravità e lavorare sulla percezione del contatto con il suolo.
In questo modo la pratica Feldenkrais non solo agisce sul tono e sull’organizzazione del nostro sistema nervoso promuovendo un rinnovato equilibrio della persona, ma migliora anche la nostra propriocezione aiutandoci a ritrovare fiducia e sicurezza in noi stessi.
Puoi iniziare a esplorare questo metodo nella mia piattaforma Studio Online, dove trovi un intero corso dedicato al Feldenkrais con approfondimenti, risorse e lezioni guidate.
Continua a esplorare il movimento consapevole insieme a me
Hai voglia di scoprire insieme come prenderti cura del tuo sentire attraverso il movimento?
Sul mio canale YouTube puoi trovare una lezione dedicata al respiro e alla mobilità del torace per alleviare ansia, paura e stress. È una lezione adatta a tutti i livelli e potrai praticarla ogni volta che sentirai il bisogno di riconnetterti con il tuo sentire.
Nel frattempo, puoi continuare a conoscere i benefici del movimento consapevole iscrivendoti alla mia Newsletter e seguendomi sui social.
A te capita di soffrire di ansia? Oppure conosci persone che stanno attraversando questo sentimento? Scrivimi la tua esperienza nei commenti e sarò felice di leggere le tue parole.
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