Limiti e Restrizioni

da | Apr 1, 2021 | Blog_Scrittura | 2 commenti

Da circa un anno a questa parte, stiamo vivendo una quotidianità caratterizzata da molte restrizioni.

Siamo limitati nella nostra libertà di movimento, di aggregazione, di viaggio, di incontro. E le reazioni a queste limitazioni sono spesso di rifiuto, di rabbia o malumore, talvolta di apatia.

Pur non volendo sminuire le sensazioni sgradevoli legate alla situazione che stiamo affrontando, desidero tuttavia riflettere sul concetto di restrizione, che è utilizzato moltissimo come strumento di guida e apprendimento durante le esplorazioni del metodo Feldenkrais®. Vediamolo insieme.

Di che si tratta, innanzitutto?

Una restrizione è un limite, che ci auto-imponiamo o che ci viene imposto dall’esterno, al modo abituale di svolgere una certa azione. Se qualcuno ci vietasse qualcosa che non avremmo fatto in ogni caso, probabilmente non ce ne accorgeremmo neanche.

Percepiamo la restrizione come qualcosa di fortemente limitante, dunque, quando si riferisce a un’azione che abitualmente svolgiamo e che probabilmente diamo persino per scontato di poter continuare a svolgere. (Occhio: può benissimo darsi che ci accorgiamo di questa nostra abitudine proprio quando in qualche modo ci viene vietata o limitata).

Noi, ad esempio, viviamo come forte restrizione l’impossibilità di spostarci geograficamente da un luogo all’altro senza una ragione giustificata. Questo perché nel nostro ambiente di partenza siamo normalmente liberi di farlo.

Tuttavia, se vivessimo in altre regioni del mondo, ben meno libere o abbienti, probabilmente l’impossibilità di spostamento sarebbe la normalità. Attenzione, non sto esprimendo un giudizio di valore, su cosa sia giusto o sbagliato. Sto solo cercando di chiarire il contesto in cui possiamo parlare di restrizione.

Quindi, per prima cosa, una restrizione ha a che fare con il contesto di partenza, con l’ambiente in cui ci troviamo.

Ma come si applica questo concetto nella pratica del metodo Feldenkrais®?

Le restrizioni sono molto utilizzate durante le CAM (Conoscersi Attraverso il Movimento, ovvero le esplorazioni secondo il metodo Feldenkrais®). Per esempio, l’insegnante che guida la lezione può ad un certo punto dire qualcosa del tipo: “continua il movimento che stavi esplorando, ma questa volta mantieni la mano aderente al pavimento” oppure “tieni il ginocchio puntato in questa particolare direzione”. Questo è un esempio di restrizione che creiamo limitando il movimento di una parte del corpo.

Un altro tipo di restrizione può essere la stessa posizione di partenza del movimento. Ad esempio, se sono distesa a pancia in giù, i movimenti possibili per me saranno molto diversi da quelli che potrei svolgere se fossi distesa a pancia in su o sul fianco, o addirittura se fossi in piedi.

Ci sono molti modi, quindi, di creare una restrizione e, come abbiamo visto, questi dipendono dall’ambiente, dalla condizione di partenza.

Facciamo un esempio pratico.

Se fossi distesa sulla schiena e mi si chiedesse di portare un ginocchio al petto, questo movimento avverrebbe senza particolari difficoltà. Ma se lo stesso mi fosse chiesto partendo dalla posizione a pancia in giù, dovrei trovare un modo di aggirare l’ostacolo del pavimento davanti a me, non è così? Ovviamente, il pavimento rimane lì, non posso fare molto per spostarlo.

Ma posso organizzare diversamente me stessa. Per quanto all’inizio la richiesta possa sembrarmi impossibile, spostando l’attenzione da ciò che non posso fare a ciò che invece, è in mio potere fare, modificare, realizzare, potrò forse scoprire una nuova possibilità, una nuova via che senza quel limite non avrei mai considerato possibile.

 

Grazie alle restrizioni, dunque, possiamo:

  1. invitare altre parti di noi stessi nel movimento per realizzare una certa intenzione;
  2. imparare nuove strategie di azione;
  3. confrontarci con gli stati d’animo che accompagnano ciò che è nuovo, non abituale, differente dal solito (quello che si definisce spesso come: uscire dalla propria zona di comfort);
  4. scoprire le nostre risorse nascoste e inesplorate;
  5. coltivare le potenzialità di realizzare le nostre intenzioni e desideri, modellando la realtà circostante e, ancora di più, noi stessi.

Ecco, quindi, perché il limite è tanto importante nel nostro percorso di apprendimento.

Importante soprattutto se cogliamo l'opportunità di crescita personale che ogni limite, inevitabilmente, ci offre.

Prova a riflettere, a questo punto. Tu come reagisci di fronte ai limiti? Cosa hai l'occasione di imparare? Quale parte di te puoi scoprire e invitare all'azione?

Se ti va, puoi condividere la tua riflessione nei commenti.

Buona ricerca!

Giorgia

2 Commenti

  1. Monica De Maddi

    Ciao Giorgia, di fronte ai miei limiti prima avevo paura di esplorarli adesso posso farlo con questo lookdown di piu’, imparare a mantenere la calma soprattutto quando qualcuno mi fa incavolare, come dici tu imparare nuove strategie, esplorare me stessa in questo caso, siamo esseri umani e non finiamo mai di conoscerci, magari il look down e’ servito per conoscermi meglio e questo lo devo anche a te cara Giorgia, potrei esplorare maggiormente me stessa che sono una persona molto sensibile ai cambiamenti della vita.
    Colgo l’occasione per scriverti in questo caso Auguri di Buona Pasqua soprattutto sereno e grazie sempre per tutto cio’ che fai per me, sei molto preziosa. Un abbraccio Monica

  2. giorgia

    Cara Monica,
    grazie per il tuo commento prezioso. La consapevolezza di sé stessi è un percorso e la bella notizia è che non ha mai fine. Abbiamo sempre la possibilità di imparare qualcosa in più. Di raffinare la nostra sensibilità e di migliorare, a partire da dove siamo.
    Ti auguro una splendida giornata e…un buon viaggio all’interno di te!
    Giorgia

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