Ultimamente ne sentiamo parlare continuamente.
Siamo ufficialmente nell’era della consapevolezza. Non ancora (purtroppo) di quella agita e vissuta, ma quantomeno di quella cercata e raccontata.
Eppure, proprio quando le parole diventano abusate e trite, può essere utile darle meno per scontate e tornare ad approfondirne il significato.
Lo facciamo brevemente dal dizionario.
Il Treccani online ci dice a questo proposito:
consapévole agg. [der. di consapere]. – Informato di un fatto: [...] Più com., essere c. (o c. a sé stesso), avere coscienza: sono c. delle mie responsabilità.
Mi sembra molto interessante la derivazione di consapevolezza da consapere, ovvero sapere insieme, sapere con. Ma quando parliamo di consapevolezza riferita a noi stessi, ovvero di auto-consapevolezza, insieme a chi sappiamo, esattamente?
Mi piace pensare che essere autoconsapevoli significhi sapere di noi insieme a noi stessi; chiamare a raccolta tutte le parti di noi, tutti i sensi, tutta la nostra attenzione e ogni angolo della nostra presenza per vivere pienamente la nostra vita, esattamente nel momento in cui ci troviamo.
Bellissimo. A parole. Ma, più nello specifico, a che serve?
In un mondo in cui si cerca sempre una ragione valida per fare ciò che si fa, in cui si fissano continuamente gli obiettivi e le strategie per raggiungerli, e in cui il “l’arte per l’arte” sembra un concetto lontano ed estremamente idealista…che funzione ha l’essere consapevoli di noi stessi?
Ebbene, per cominciare di funzioni della consapevolezza ne ho trovate 3.
1. Disattivare il pilota automatico
La nostra routine quotidiana è fatta spesso di agende fitte e tempi stretti.
E tra gli impegni di lavoro, le responsabilità di casa e tutte le incombenze della vita pratica è facile innescare il pilota automatico delle abitudini.
Chiariamo: non c’è niente di male nelle abitudini. Anzi, senza di loro non riusciremmo a vivere la nostra vita, perché dovremmo imparare ogni cosa, di nuovo, ogni giorno. Eppure, quando diventano cieche e inconsapevoli, le abitudini possono trasformarci in meri esecutori di compiti e doveri, azioni svuotate di un reale significato per la nostra vita.
Per questo, raffinare la nostra consapevolezza, in qualunque modo questo accada, può farci disattivare periodicamente il pilota automatico per riprenderci in mano la nostra vita.
Per fare il punto di una giornata, di una settimana o magari di un anno intero.
Per valutare se la direzione in cui stiamo andando è quella che desideriamo o se dobbiamo rivedere la rotta.
Insomma, essere consapevoli è come tornare timonieri della nostra vita e viverla più pienamente.
2. Fare meglio ciò che facciamo
Se impari qualcosa di nuovo, leggi un libro (lasciandotene trasformare) o esplori una nuova parte di te, migliorando così la tua auto-consapevolezza, è decisamente improbabile che continuerai a fare ciò che fai nello stesso modo in cui lo facevi prima.
Se tu migliori, quasi certamente miglioreranno con te anche le attività che svolgi quotidianamente, perché avrai accesso a nuove risorse, nuove possibilità e, soprattutto, nuovi modi di vedere tanto te stess* quanto il mondo che ti circonda.
Quello verso la consapevolezza è un viaggio dal quale non si torna indietro.
La consapevolezza è come un obiettivo fotografico che puoi di volta in volta usare per mettere a fuoco le cose, e vedere più nitidamente qualunque cosa inquadri.
3. Scegliere, ovvero essere liberi.
La consapevolezza è uno strumento potentissimo che, se affinato, ti offre l’opportunità di esercitare pienamente la tua libertà.
Pensaci. Non puoi scegliere se tutto ti sembra uguale e indifferenziato.
Solo quando sei in grado di cogliere le differenze, ad esempio, tra un modo e un altro di svolgere una certa attività o di muoverti, sei anche capace di scegliere tra le varie alternative.
E più alternative hai di fare ciò che fai, più potrai scegliere, esercitando così le qualità che più delle altre ti rendono davvero uman*: la capacità di imparare e, parallelamente, la libertà.
Queste sono le tre ragioni che per prime mi vengono in mente per praticare la via della consapevolezza, tanto nella ricerca di chi siamo quanto nelle cose che facciamo. Ma sono certa che saprai suggerirne altre, quelle che ti motivano a intraprendere questo viaggio.
Sarei curiosa di leggerle nei commenti, se ne hai voglia.
Intanto, ti ringrazio per la tua attenzione. Ci leggiamo alla prossima!
Giorgia
Poter scegliere,mi è sempre sembrata la cosa più bella e più libera del mondo,quindi scegliere di essere consapevoli, è grandioso,ma ci si arriva sempre dopo un vissuto,fatto anche di errori.Quindi,vivere e sbagliare,per essere consapevoli.Bellissimo questo blog!!!🍀🌹
Poter scegliere, mi è sempre sembrata la cosa più libera e grandiosa che possiamo fare,per cui scegliere di essere consapevoli è meraviglioso,ma per poterlo fare, occorre un vissuto fatto anche di errori.. quindi vivere e sbagliare,per poter scegliere di essere consapevoli in un percorso,e per poter cambiare le cose quando è necessario mi sembra una buona evoluzione di noi stessi.bellissimo questo blog🍀🌹
Ciao Giorgia,
Per me consapevolezza è riunire corpo e mente. Nel senso di reimparare a sentire con il corpo. Mi sono resa conto che per troppo tempo non ho sentito il mio corpo e quindi non ho vissuto consapevolmente.
Grazie della riflessione